ARCES - Eurodesk - News ed Iniziative | Ottobre 2011
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Eurodesk - News ed Iniziative | Ottobre 2011

Uso intelligente delle risorse
I nostri attuali modelli di consumo hanno un prezzo: man mano che diminuiscono le risorse, aumentano i rischi per il nostro futuro. Stiamo consumando le limitate risorse del pianeta ad un ritmo eccessivo. Le riserve di minerali, metalli e prodotti energetici sono in pericolo, e lo stesso vale per gli stock ittici, il legno, l'acqua, i terreni agricoli e le altre risorse naturali. L'efficienza sotto il profilo delle risorse consiste nel consumarle in maniera sostenibile, ossia fare di più con meno e ridurre il nostro impatto sull'ambiente. Fare la scelta giusta cambiando i nostri modelli di consumo può contribuire a tutelare la qualità di vita delle generazioni attuali e future. Non si tratta di consumare di meno, ma di farlo in maniera diversa. Poiché circa l'80% dell'impatto ambientale dei nostri stili di vita deriva dall'edilizia, dai trasporti e dalle nostre abitudini alimentari, è qui che occorre intervenire più di tutti. Dobbiamo cambiare i nostri modelli di consumo. Dobbiamo impiegare le risorse in maniera più oculata, riutilizzarle o riciclarle ove possibile, valorizzare le risorse più economiche e scegliere alternative meno inquinanti. Ciò significa ripensare le nostre routine, chiederci da dove vengono i prodotti e come sono stati fabbricati, combattere gli sprechi, fare scelte sostenibili, leggere le etichette con maggiore attenzione, riutilizzare e riciclare e dare spazio alla natura. Se mangiassimo meno carne e latticini contribuiremmo a difendere la biodiversità e a ridurre la pressione sui terreni. Cerchiamo di ridurre gli scarti alimentari facendo una spesa più attenta e riutilizzando gli avanzi. A casa è possibile risparmiare sulla bolletta del riscaldamento eliminando gli spifferi e regolando il termostato. E se è proprio necessario cambiare il cellulare ogni anno, portiamo a riciclare quello vecchio, perché contiene metalli preziosi. È difficile cambiare abitudini, ma oggi non abbiamo più scelta. Cosa preferiamo: affrontare il problema più tardi o iniziare sin d'ora a utilizzare le risorse in maniera più efficiente?
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Campagna UE sull'utilizzo efficace delle risorse

È partita la campagna dell'UE "Generation Awake. Your choices make a world of difference!", destinata ad incoraggiare i consumatori a fare dell'utilizzo efficace delle risorse un'abitudine. La campagna è stata inaugurata in Polonia da Janez Potočnik, commissario europeo per l'ambiente, e da Andrzej Kraszewski, ministro polacco dell'ambiente. La campagna è finalizzata a sensibilizzare i cittadini sulla necessità di consumare in modo razionale le risorse naturali che scarseggiano e incoraggiarli a tener conto dell'impatto sul pianeta nel momento in cui decidono di acquistare qualcosa. Il messaggio fondamentale è: "consumare in modo diverso e riflettere prima di scegliere". Le scelte giuste ci consentiranno di contribuire a preservare le risorse naturali, a risparmiare, a ridurre il nostro impatto sull'ambiente ed a garantire un futuro più sostenibile. I principali strumenti disponibili sono un clip di grande diffusione su internet, un sito web dedicato al tema ed una pagina su Facebook, i cui visitatori vengono incoraggiati ad aderire a "Generation awake'' e ad accettare nuove sfide quali l'uso dei soli trasporti pubblici per un mese o la riduzione della durata della doccia per risparmiare acqua. Questa campagna, realizzata a livello europeo, è ora in fase di lancio in Polonia, che attualmente detiene la presidenza a rotazione del Consiglio dell'UE. La cerimonia del lancio a Varsavia ha luogo in uno stand in cui i visitatori potranno ricevere consigli su cucina e moda sostenibili nonché sull'utilizzo efficiente dell'energia e comprende un dibattito pubblico sul tema "Le vostre scelte fanno la differenza", alla presenza di Janez Potočnik, del ministro Kraszewski e dei rappresentanti di ONG e del settore privato. Nel corso dell'anno altre cerimonie di lancio saranno organizzate anche nella Repubblica ceca, in Ungheria e nel Regno Unito.
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UE-Cina: riequilibrare l'economia mondiale
Il deficit commerciale accumulato dagli Stati Uniti verso la Cina si è rivelato una delle cause principali della crisi finanziaria. Anche l'Unione Europea sta affrontando lo stesso problema. I membri della commissione per il Commercio internazionale hanno organizzato un dibattito pubblico per analizzare la situazione prima di scrivere un rapporto su come evitare nuovi squilibri economici globali. I paesi occidentali sono sull'orlo della recessione e la Cina è diventata il mercato di riferimento per molti paesi esportatori dell'Unione. Nel 2010 i Paesi europei hanno esportato in Cina una somma di beni e servizi pari a più di 113 miliardi di euro. In questo contesto economico molte critiche sono state sollevate in merito alle pratiche commerciali sleali e a un deprezzamento artificiale dello yuan. Nel 2010 il deficit commerciale europeo verso la Cina ammontava a 168,8 miliardi di euro. L'Europa esporta principalmente attrezzature di trasporto e veicoli - questi prodotti rappresentano più del 60% dell'export -, ma anche sostanze chimiche e materie prime. Per quanto riguarda l'import dalla Cina, i paesi europei importano principalmente beni di consumo come vestiti, prodotti per le telecomunicazioni e per l'ufficio.
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Un contratto di vendita unico nell'UE
Negli ultimi 20 anni l'integrazione dei mercati in Europa ha prodotto numerosi vantaggi, dalla riduzione delle tariffe aeree all'abbassamento dei costi di roaming per la telefonia mobile. Nell'UE permangono tuttavia ancora alcuni ostacoli agli scambi transfrontalieri, come ad esempio le differenze tra le varie legislazioni nazionali in materia di vendite. Scoraggiati dalle complesse e costose procedure richieste per superare tali differenze, gli operatori commerciali devono rinunciare ogni anno ad un potenziale giro d'affari di almeno 26 miliardi di euro. Il contratto di vendita europeo proposto dall'UE risolverebbe il problema, facilitando gli scambi transfrontalieri e offrendo ai consumatori una maggiore scelta, prezzi più bassi e un elevato livello di tutela dei loro diritti in tutti i paesi dell'Unione. I consumatori che acquistano un prodotto difettoso disporranno, ad esempio, di diverse possibilità di indennizzo. Potranno infatti rescindere il contratto e ottenere il rimborso dei soldi spesi o chiedere uno sconto, la riparazione o sostituzione del prodotto. Queste opzioni valgono anche per chi scarica (dietro pagamento) musica, film, software e altri prodotti digitali da Internet. La nuova normativa non sostituirà le leggi dei singoli paesi, che potranno tuttavia applicarla a livello nazionale. I commercianti potranno proporre un contratto di vendita facoltativo quando operano in un altro paese dell'UE. Il contratto sarà valido solo se viene proposto dal commerciante e accettato dal cliente. I venditori che utilizzano il contratto di vendita europeo non dovranno più far fronte a una molteplicità di sistemi nazionali, con conseguente riduzione dei costi. Attualmente, le imprese che desiderano operare a livello transfrontaliero nell'UE devono a volte adattarsi a ben 26 diritti contrattuali nazionali diversi, tradurli e ricorrere a consulenti legali, spendendo in media 10 000 euro per ciascun mercato. L'adattamento dei rispettivi siti web aggiunge in media altri 3 000 euro di spesa. Un'indagine rivela che il 71% delle imprese europee utilizzerebbe il contratto unico europeo per tutte le vendite in ambito UE, se fosse disponibile. La proposta dovrà ora essere approvata dai paesi dell'UE e dal Parlamento europeo, che si è già pronunciato a favore dell'iniziativa all'inizio di quest'anno.
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Politica di sviluppo UE: potenziare l'impatto degli aiuti

L'UE rivedrà le sue priorità in materia di fornitura di aiuti ai paesi in via di sviluppo per garantire il massimo impatto sulla riduzione della povertà. Il commissario UE per lo Sviluppo, Andris Piebalgs, ha presentato il "Programma di cambiamento" della politica dell'UE in materia di sviluppo, e una nuova politica dell'UE in materia di sostegno al bilancio. In queste comunicazioni è delineato un approccio più strategico dell'UE alla riduzione della povertà, che verrà messo in atto anche attraverso un'assegnazione di fondi più mirata. In futuro, la spesa dell'UE si concentrerà su settori fondamentali per la crescita a lungo termine e inclusiva e sarà mirata ai paesi più bisognosi di aiuti esterni, nei quali gli aiuti possono produrre risultati effettivi. Gli aiuti dell'UE devono essere mirati ai settori che sono alla base di una crescita inclusiva e sostenibile. Tra questi: la buona governance, compresi il rispetto dei diritti umani e della democrazia; la parità tra i generi, il ruolo della società civile e la lotta alla corruzione, la protezione sociale, la sanità e l'istruzione, il sostegno ad un clima imprenditoriale favorevole e ad una più profonda integrazione regionale, l'agricoltura sostenibile e l'energia pulita. Al fine di generare maggiori risorse, l'UE esplorerà sistemi innovativi di finanziamento dello sviluppo, come la combinazione di sovvenzioni e prestiti. La Commissione incoraggerà inoltre l'UE e gli Stati membri ad elaborare insieme strategie e programmi (per una "programmazione congiunta") e a meglio ripartirsi i compiti in modo da potenziare l'efficacia degli aiuti. L'UE nel suo insieme (gli Stati membri più EuropeAid, fondi gestiti dalla Commissione) è a livello mondiale il più importante donatore di aiuti ufficiali allo sviluppo. Nel 2010 l'UE ha fornito 53,8 miliardi di euro (più del 50% degli aiuti globali). La Commissione europea è responsabile della gestione di 11 miliardi di euro di aiuti all'anno, occupando così il secondo posto tra i donatori a livello mondiale.
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Alcol e violenza nei media - cosa ne pensano i giovani?
Un singolare progetto finanziato dall'Unione Europea, al quale partecipano ricercatori del Regno Unito e della Svezia, sta analizzando le rappresentazioni mediatiche dell'alcol e della violenza legata all'alcol, al fine di capire la cultura giovanile del bere. Il progetto, intitolato "Alcopop Tv Culture" è finanziato come parte del programma Daphne III della Commissione europea, il cui obiettivo principale è quello di prevenire e porre fine alla violenza, soprattutto di natura fisica, sessuale o psicologica, nei confronti dei bambini, dei giovani e delle donne. Il team di ricerca Alcopop Tv Culture sta indagando su come la società e le altre parti coinvolte dovrebbero reagire al legame tra le abitudini mediatiche dei giovani e il loro consumo di alcol. In particolare, vuole mettere i giovani stessi al centro di questa discussione, dando loro una voce nelle questioni che li riguardano direttamente. Per la sua ricerca il team studierà il rapporto tra le abitudini mediatiche dei giovani, di età compresa tra i 10 e i 25 anni, e il consumo di alcol. I ricercatori incontreranno i giovani nelle scuole per sentire cos'hanno da dire sulle campagne di informazione sull'alcol e sul legame tra le loro abitudini mediatiche e il loro consumo di alcol. Il progetto sta anche esaminando come l'onere della responsabilità dell'aumentato consumo di alcol da parte degli adolescenti è diviso tra attori diversi quali le autorità statali, le aziende dei media, le aziende del settore delle bevande alcoliche, le famiglie e i giovani stessi. L'obiettivo finale del progetto è di elaborare una bozza di tabella di marcia per le politiche su come attribuire la responsabilità condivisa. Tuttavia, il team si trova di fronte alla crescita e all'espansione del panorama globale dei media via Internet e i social media, nonché attraverso l'industria del gioco. In questo nuovo contesto diventa sempre più difficile dare consigli sull'uso di strumenti quali la censura, i limiti di età e i regolamenti sul tempo di trasmissione, in quanto sono sempre più difficili da implementare. I giornali di tutta Europa sono spesso pieni di racconti sulla dissolutezza notturna e l'apparente declino dei valori morali dei giovani quando si tratta del bere. Attraverso la sua pagina Facebook, il team Alcopop Tv Culture intende chiarire questa situazione e portare alla luce resoconti dei media rilevanti per avviare discussioni su come sono rappresentati l'alcol e i giovani stessi. Il team sarà quindi in grado di esplorare l'impatto che queste narrazioni e questi discorsi hanno sui giovani e sulle loro abitudini. Successivamente, si spera che ciò porterà all'elaborazione di raccomandazioni politiche derivate dalla cultura giovanile in sé, piuttosto che da sale riunioni e corridoi lontani dalle pressioni e dalle realtà che i giovani affrontano quando si tratta di alcol e violenza.
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Riforma della Politica Agricola Comune più ecologica ed efficiente
La riforma della politica agricola comune (PAC) dopo il 2013 intende aiutare gli agricoltori ad adattarsi alle nuove esigenze del mercato e assicurare un approvvigionamento alimentare sostenibile. Le proposte favoriranno l'uso efficace dei fondi incoraggiando gli agricoltori a diventare più competitivi. I consumatori potranno acquistare prodotti di qualità a prezzi ragionevoli. Questi i punti chiave della riforma: garantire un sostegno più equo, semplice e mirato, limitando l'assistenza di base agli agricoltori attivi a un massimo di 300 000 euro all'anno per azienda e distribuendo gli aiuti in modo più equo fra agricoltori, regioni e Stati membri; aiutare gli agricoltori a far fronte ai rapidi cambiamenti dei prezzi e della domanda, intervenendo più rapidamente in periodi di crisi economica; riservare il 30% dei pagamenti della PAC alle aziende che attuano pratiche ecologiche, fra cui diversificazione delle colture, conservazione dei pascoli permanenti e salvaguardia delle aree naturali e del paesaggio; sfruttare meglio la ricerca e l'innovazione, raddoppiando gli investimenti in R&S, adeguando la ricerca alle esigenze degli agricoltori e accelerando il trasferimento del sapere dai laboratori alle imprese agricole; rafforzare la posizione degli agricoltori, sostenendo le organizzazioni dei produttori e promuovendo legami più diretti con i consumatori, senza troppi intermediari; incoraggiare la protezione dell'ambiente, includendo fra le priorità della politica di sviluppo rurale la lotta ai cambiamenti climatici e l’uso efficiente delle risorse; attirare i giovani, sostenendo gli agricoltori di meno di 40 anni nei primi cinque anni di attività; promuovere l'occupazione rurale e l'imprenditorialità, per esempio, con finanziamenti fino a 70 000 euro per cinque anni per i piccoli progetti; evitare la desertificazione, stanziando risorse integrative a favore degli agricoltori in aree con difficili condizioni naturali; ridurre la burocrazia, grazie a regole più semplici, soprattutto per i piccoli agricoltori, che riceveranno annualmente un unico finanziamento compreso fra 500 e 1 000 euro per azienda. Grazie alle riforme precedenti, l'incidenza della PAC sul bilancio dell'UE è diminuita, passando dal 75% circa al 41%. Le nuove proposte distribuiranno le risorse disponibili secondo criteri più mirati ed efficienti. Dovrebbero entrare in vigore nel 2014, dopo essere state approvate dal Parlamento europeo e dai ministri nazionali all'interno del Consiglio dell'UE.
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Nasce un sistema dei visti più efficiente e sicuro
Attualmente i 25 paesi dello spazio Schengen rilasciano ogni giorno circa 13 milioni di visti Schengen, un numero destinato probabilmente a crescere. Il sistema vigente di rilascio, monitoraggio e verifica dei visti stenta a far fronte a numeri così elevati. Non è sempre facile impedire frodi e abusi e la procedura di domanda può essere onerosa per quanti tentano legittimamente di ottenere un visto per soggiorno di breve durata nell'UE. Il nuovo sistema di informazione visti (VIS), basato su tecnologie avanzate, aiuta ad affrontare queste sfide ricorrendo all'immagine del volto e alle impronte delle dita in formato digitale. Oltre ad accelerare il trattamento delle domande di visto, il VIS renderà più efficienti i controlli alle frontiere esterne e aumenterà in generale la sicurezza alle frontiere. Grazie al nuovo sistema, basteranno pochi "clic" per verificare l'identità di un titolare di visto e in tal modo prevenire e combattere l'uso fraudolento del visto. Al contempo, i richiedenti visto potranno contare su un trattamento molto più rapido delle loro domande. Le autorità competenti per i visti in tutti gli Stati Schengen saranno in grado di consultare i dati del VIS, ad esempio quando un cittadino che aveva in precedenza presentato una domanda di visto introduce una nuova domanda. Il VIS conterrà tutte le domande di visto Schengen e tutte le decisioni prese in merito dalle autorità competenti. Sarà così più facile e rapido ottenere nuovi visti, poiché le autorità potranno verificare se il richiedente è affidabile e se in precedenza ha sempre rispettato le regole. Il VIS non diventerà immediatamente operativo in tutti i consolati di paesi Schengen nel mondo, ma sarà sviluppato progressivamente regione per regione. La regione del Nord Africa sarà presto seguita da quelle del Medio Oriente (Israele, Giordania, Libano e Siria) e del Golfo (Afghanistan, Bahrein, Iran, Iraq, Kuwait, Oman, Qatar, Arabia Saudita, Emirati arabi uniti e Yemen). Entro due anni tutte le sedi consolari di Stati Schengen nel mondo dovrebbero essere collegate al VIS.
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Relazione sulla remunerazione degli insegnanti nell’UE
In quasi tutti i paesi europei, gli stipendi lordi di base per gli insegnanti all'inizio della carriera sono inferiori al PIL nazionale pro capite e non sono neppure destinati a raddoppiare nel corso dell'intera vita lavorativa, fatta eccezione per pochi Stati membri. Questi i principali risultati di una relazione che confronta gli stipendi degli insegnanti e dei presidi nel settore pubblico dei 27 Stati membri, dell'Islanda, del Liechtenstein, della Norvegia e della Turchia. I dati, basati sull'anno scolastico 2009/10, si riferiscono ai livelli di istruzione da prescolastico a secondario superiore. Nei casi in cui sono disponibili delle cifre, e tenendo conto sia del livello degli stipendi che delle indennità, gli insegnanti più pagati nell'Unione europea sono quelli di Lussemburgo, Danimarca e Austria. I meno pagati sono quelli di Bulgaria e Romania. Gli Stati membri impiegano attualmente sei milioni di insegnanti. La relazione, compilata dalla rete Eurydice della Commissione, è stata pubblicata in concomitanza con la Giornata mondiale degli insegnanti (5 ottobre). La relazione evidenzia che all'inizio della carriera gli stipendi lordi di base degli insegnanti sono inferiori al PIL nazionale pro capite in tutti i paesi eccetto Germania, Spagna e Portogallo. Solo in tre paesi (Cipro, Portogallo e Romania) gli insegnanti possono vedere raddoppiati i propri stipendi nell'arco della loro carriera. Anche in tali paesi sono necessari tuttavia più di vent'anni per arrivare in cima alla scala retributiva. In generale, gli insegnanti in Europa hanno mantenuto inalterato il loro potere d'acquisto nel 2009 e nel 2010 la crisi economica ha avuto ripercussioni sui loro stipendi solo in alcuni paesi (Irlanda, Grecia, Spagna, Lettonia e Romania). Nello stesso periodo, i Paesi Bassi e la Polonia hanno aumentato gli stipendi degli insegnanti. Misure di austerità più recenti e imminenti in molti paesi potrebbero ripercuotersi sugli stipendi degli insegnanti e sulla spesa complessiva per l'istruzione. Tuttavia, molti governi europei riservano al settore dell'istruzione un posto privilegiato all'interno dei loro programmi di riforma.
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Rapporto di valutazione delle università di tutto il mondo

L’ultimo rapporto di Times Higher Education World University Rankings non porta buone notizie per il mondo universitario italiano: nessuno ateneo nostrano rientra nella graduatoria delle Top 200, anche se 14 università compiano subito dopo la duecentesima. Da evidenziare che molte università sono scese in modo rilevante rispetto alla loro controparte europea. Tra le sorprese, Harvard perde il suo primato. Le università americane continuano a dominare il campo dell’istruzione superiore, con sette istituzioni a marchio Usa, nelle prime dieci e 75 tra le top 200. Fuori dagli Stati Uniti, il Regno Unito, rientra nelle classifiche con 32 università, seguito da Paesi Bassi, Germania (dodici atenei), Canada (9 atenei) ed Australia (7 atenei). Nella lotta tra istituti britannici, Oxford è ufficialmente, l’università top, davanti a Cambridge, Imperial College. Si nota un gap consistente, sebbene siano tutte tra le prime 20 tra le istituzioni britanniche elitarie e il resto delle istituzioni leader. La metodologia di quest’anno è ancora più raffinata così da assicurare per le università particolarmente forti nelle arti, scienze umanistiche e sociali una valutazione pari a quella scientifica, a cui, in passato potrebbe essere stato dato una spinta artificiale per attrarre più finanziamenti. Tale metodologia sofisticata ha reso il Times Higher Education Mondiale il sistema più rispettato e citato delle classifiche tra le università di tutto il mondo. Per la prima volta quest’anno, Times Higher Education ha inoltre esaminato il numero di università di un paese tra le prime 200, rispetto al suo PIL, così da valutare i meccanismi di progresso di un paese, anche per dimensioni e ricchezza. Si evidenzia anche quanto sia importante l’istruzione superiore in ogni società. Da questo punto di vista, Hong Kong è la prima nazione, seguita dai Paesi Bassi, Regno Unito e Svizzera, che insieme alla Svezia, costituiscono i primi cinque. Gli Stati Uniti si trovano solo al 14° posto.
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Lancio della campagna "5 idee per un Europa più giovane"

Il primo vice-presidente del Parlamento Europeo e la vice-presidente del Comitato Economico e Sociale Europeo, responsabile della comunicazione politica dell’EESC, desidera coinvolgere la generazione più giovane nel rilancio del progetto comunitario "5 idee per un Europa più giovane". Nei prossimi mesi i rappresentanti saranno impegnati a visitare alcune università europee per incontrare giovani studenti di scienze politiche e comunicazione. Questi incontri vogliono rappresentare un’occasione per avere dibattiti partecipati ed interattivi sul futuro dell’Unione Europea e il ruolo che i giovani possono avere in questo percorso. L’obiettivo dell’iniziativa è di raccogliere idee, aspettative, dubbi e speranze dei giovani studenti come materiale di partenza per "5 idee per un Europa più giovane", che verrà in seguito presentato al Parlamento Europeo e il Comitato Economico e Sociale Europeo. La campagna è stata lanciata il 4 ottobre, con una conferenza stampa al Parlamento Europeo.
Su YouTube è disponibile il video della campagna
E’ possibile anche seguire la campagna su Facebook


Aumentare la presenza femminile UE nei posti di comando

Viviane Reding, Commissaria europea per la giustizia, ha incontrato i dirigenti delle scuole europee di direzione aziendale per discutere come riequilibrare la rappresentanza uomo-donna nei consigli di amministrazione incoraggiando le giovani donne a intraprendere una carriera nella gestione aziendale. Malgrado le donne rappresentino il 60% circa dei laureati, la percentuale di amministratrici delle maggiori società europee quotate in borsa ammonta a appena il 12% e solo nel 3% dei casi le donne sono presidenti dei consigli di amministrazione. Le scuole di direzione aziendale svolgono un ruolo decisivo nello sviluppare nelle donne le capacità per intraprendere una carriera di manager aziendale e per aiutarle a raggiungere i posti di comando. Tali scuole aiutano le donne a prepararsi alla carriera professionale con seminari, programmi di formazione e fornendo opportunità di messa in rete. La loro iniziativa risponde all'invito rivolto dalla Vicepresidente Reding alle imprese di impegnarsi a potenziare, su base volontaria, la presenza femminile nei consigli di amministrazione delle imprese portandola al 30% entro il 2015 e al 40% entro il 2020. L'“Impegno formale per più donne alla guida delle imprese europee”, disponibile sul sito Internet della Vicepresidente Viviane Reding, consentirà di monitorare le iniziative avviate dalle imprese per dare più spazio alle donne nei vertici aziendali. Il protocollo può essere sottoscritto da tutte le aziende europee quotate in borsa desiderose di dare il buon esempio. Nel marzo 2012, la Commissione europea valuterà nuovamente la situazione per verificare se vi sono stati progressi significativi e se l'autoregolamentazione abbia dato vita a iniziative credibili per promuovere la partecipazione delle donne ai vertici decisionali. Sulla base dei risultati, la Commissione deciderà quindi le prossime tappe.
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Patto per i giovani al G-20 del lavoro
L’associazione dei sindacati a livello mondiale - Global Unions - lancia al G20 del Lavoro, riunitasi a Parigi questi giorni, il “Patto dei Giovani” per garantire ai giovani, qualità di impiego, formazione e apprendistato. Il G-20 per il lavoro riunisce i ministri del lavoro a livello mondiale e data la crisi economica che sta attraversando la società globalizzata, rappresenta un momento particolarmente delicato della storia socio-economica di questi ultimi decenni. I sindacati mondiali evidenziano la necessità di un supporto forte alla crescita economica, invitando i governi a impegnarsi per una ripresa che garantisca crescita e occupazione, mediante un’azione coordinata. A livello internazionale, le Global Unions chiedono al G20 di lavorare con L20 (Leaders – 20) e B20 (Business – 20), con le organizzazioni internazionali e con il Gruppo di Lavoro su Occupazione e Protezione Sociale per indirizzare lo sforzo internazionale a sostegno di iniziative nei paesi prioritari, tra cui Tunisia, Egitto e Yemen, come passo costruttivo verso lo sviluppo della coesione e per dimostrare la fattibilità di un “Patto sul lavoro per i Giovani’”. Il patto per i giovani è stato stabilito e redatto questa primavera dai sindacati mondiali, in un dettagliato documento che sottolinea come lo sviluppo dei lavori verdi e l’alto apprendistato siano effettivi fattori di crescita occupazionale e sociale.
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Sicurezza stradale e nuove tecnologie nell’UE
Nel 2009 più di 35.000 persone sono morte sulla strade europee. Un numero alto, ma comunque diminuito di un terzo dal 2001. E che l'UE vuole ridurre ancora, dimezzandolo entro il 2020. "Molto è stato fatto, ma troppa gente ancora non realizza i rischi che si corrono sulla strada", ammette Dieter-Lebrecht Koch, responsabile per il Parlamento della relazione sulla sicurezza stradale 2011-2020. Le nuove tecnologie possono contribuire a salvare molte vite. Nel video, all’indirizzo indicato sotto, si può capire come.
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La Commissione europea promuove il volontariato transfrontaliero
La Commissione Europea ha annunciato la sua intenzione di migliorare ulteriormente il riconoscimento e la promozione del volontariato nell'Unione Europea. Nel contesto dell'Anno europeo del volontariato 2011, la comunicazione della Commissione sulle politiche dell'UE e il volontariato presenta una serie di misure che contribuiranno a promuovere le attività di volontariato nell'Unione Europea. La Commissione ha proposto di creare un corpo volontario europeo di aiuto umanitario entro il 2012. Sono già in corso i preparativi per definire un quadro per i contributi dei volontari europei agli interventi di aiuto umanitario UE. La Commissione si sta altresì adoperando per incrementare il riconoscimento delle competenze acquisite attraverso attività di volontariato, mediante lo sviluppo di un "passaporto europeo delle competenze". Ciò garantirà il riconoscimento a livello transfrontaliero delle qualifiche professionali e inoltre permetterà alle singole persone di conservare un riscontro delle capacità e delle competenze acquisite con il volontariato. Il passaporto ricalcherà l'esistente modello Europass (CV europeo online), per consentire di registrare le competenze in modo trasparente e comparabile. Vi sono già vari meccanismi di finanziamento del volontariato a livello dell'UE, di cui il più noto è forse il Servizio Volontario Europeo (parte del programma dell'UE Gioventù in azione), che quest'anno celebra il 15° anniversario. Basandosi su queste esperienza positive, la Commissione intende rivolgersi maggiormente ai volontari in altri settori strategici. La Commissione ha inoltre delineato le modalità concrete secondo le quali gli Stati membri possono utilizzare meglio il potenziale del volontariato e invita gli Stati membri ad avviare programmi nazionali per promuovere il volontariato transfrontaliero.
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19/10/2011 11:14:50      13780 visite
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